Capuliato: significato, ricetta e varianti

Il capuliato è uno dei prodotti siculi più conosciuti e più amati in tutta Italia e all’estero. Il capuliato o come si dice in Sicilia “capuliatu” è legato soprattutto al territorio di Vittoria, in provincia di Ragusa e altro non è che un condimento costituito da un trito di pomodori secchi. Capuliato significa appunto “triturato” in dialetto siciliano: capuliare qualcuno o qualcosa significa ridurlo in poltiglia. Il capuliato nello specifico è un condimento utilizzato per realizzare soprattutto ottimi primi piatti.
Oggi nella cucina mediterranea il pomodoro è uno degli ingredienti base e più apprezzati, ma fino all’Ottocento era solamente una pianta ornamentale. Dopo averne scoperto le proprietà in cucina sono nate le prime tecniche di conservazione, ed è così che è nato il capuliato, come tecnica di conservazione del pomodoro antecedente alle salse.
Dato che in antichità non c’erano neppure le serre il capuliato era un modo per gustare il pomodoro anche in inverno.
Per realizzare il capuliato siciliano occorre lavare,tagliare,salare ed essiccare al sole i pomodori che successivamente vengono macinati con un tritacarne, poi messi sottolio, in una marinatura con basilico e origano, insieme ad altri sapori, a seconda dei gusti. Si possono aggiungere aglio, peperoncino o foglie di alloro nel barattolo. Il composto viene utilizzato per condire pasta, pane e bruschette, ma anche le scacce, le tipiche focacce ragusane. Rappresenta inoltre un ottimo insaporitore di carne,di pesce oppure di minestre e zuppe.
Una ricetta tipica del ragusano sono gli spaghetti col capuliato, un primo piatto veloce, saporito e gustoso, da portare a tavola in pochi minuti. Bisogna ricordarsi però di fare attenzione alla sapidità dei pomodori e regolarsi di conseguenza nel salare l’acqua di cottura della pasta.